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Il fatto inaspettato

Non so nemmeno da che parte iniziare a raccontare tutto questo. 

Chi mi conosce sa che ho ripreso a disegnare da inizio anno, ritratti. 

Come ho già detto tutto partito da un fatto inaspettato, un regalo di natale particolarmente azzeccato.
Non disegnavo da venti anni, mia moglie mi regala una scatola di matite colorate e bam, ricomincio a disegnare come se non avessi mai smesso.

Sì, certo, tutto questo mi ha reso particolarmente felice.  Mi ci sono buttato a capofitto, ho passato giorni e notti a temperare, disegnare, cancellare, colorare. 
Una sfacchinata che mi ha reso più vivo e attivo.

Ho deciso di festeggiare tutto questo organizzando la mia prima (e ultima?) mostra personale. 

Ho stampato qualche manifesto, ho prenotato la sala civica del mio paese, ho comprato qualche bottiglia di vino per brindare. 
Ho incontrato gente nuova e gente che non vedevo da anni, ho stretto mani, ho abbracciato, parlato, parlato, parlato. Tanti sorrisi.

Una bella soddisfazione, no? 

Ecco, io mi sarei accontentato di tutto questo e stop. 

Tra una settimana tutto è finito, tanti saluti e baci, è stato bello ma ora torno alla mia vita da orso.

Invece succede l'imprevedibile. 

Mi contatta una maestra delle scuole elementari del paese, vorrebbe organizzare una visita alla mostra con la sua classe. Sono lusingato, ma che gli dico ai bambini?

Il numero delle classi poi sale a quattro, per un totale di quanto, 80, 100 bambini?

Inizio ad essere agitato, molto agitato. Non è una cosa che avevo previsto.

Ai bambini non si possono raccontare le fregnacce che si dicono agli adulti, non si accontentano di stringere una mano e offrire loro una caramella funziona ma solo per 5 minuti. 

Poi vogliono altro.

Quel giorno è stato folle. Non mi ricordo più molto ed è passato solo un mese.

Ricordo di aver invidiato la pazienza delle maestre. 

Ricordo che mi han fatto domande tipo "MA COME FAI A DISEGNARE IL BIANCO?" (urlato, sì). 

Abbiamo forse parlato di come fare un ritratto, di come è importante guardare come si è speciali allo specchio. 

Ho promesso loro che avremmo disegnato un ritratto insieme, magari dopo le vacanze di Natale.

Alcuni di loro mi salutano ancora per strada, mi fanno i complimenti, mi dicono che vorrebbero disegnare come me.

Poi Michela (mia moglie, santa donna) entra nella loro scuola per altre faccende (ho una figlia alle elementari), e mi spedisce questa fotografia:

Il fatto inaspettato

e come al solito mi rendo conto che la vita mi ha restituito di più di quello che ho dato.

BAM!

#BAM2014: Indizi dell'avvenuta catastrofe

Quando ho corso la mia prima maratona sono arrivato al traguardo probabilmente in uno stato di estasi.

Zero dolori (mi ha fatto impressione vedere tanta gente sdraiata all'arrivo che manco un campo di battaglia) e soprattutto zero stanchezza. 

Forse perché non ho corso guardando l'orologio per tutto il tempo, forse sono stato distratto dagli applausi e dagli incitamenti della gente o da quegli angoli di città che non conoscevo. 

Non so. 

Sta di fatto che un'impresa titanica e quasi impossibile si è trasformata in uno sforzo più o meno faticoso ma tutto sommato piacevole.

Allora mi son chiesto: ma davvero l'ho corsa tutta, proprio io?

Ho detto, vah, forse è il caso che ne faccia un'altra. Penso sia normale tentare di replicare, voler confermare a se stessi che non è stato un caso fortuito.

Mi sono iscritto alla Brescia Art Marathon (ah, sono il pettorale 147, non so perché ma prima avevo il 146).

Ci saranno meno atleti, meno spettatori, meno distrazioni.

Brescia, dove giocherò tutte le mie carte su tristissime strade parallele all'A4, con qualche chilo in più sulla panza e una preparazione ben al di sotto del temutissimo livello alla-cazzo-di-cane™.

Sì, ho la testa da altre parti, le gambe di Pinocchio e l'entusiasmo di Carol Beer.

Stando al countdown riportato in homepage mancano 9 giorni, 22 ore e 22 minuti. Non so come andrà a finire, ma così a pelle in questo momento l'ipotesi più accreditata è "Torino è stata una botta di culo, una su un milione di milioni".

Vengo anch'io! No, tu no

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No, non sono regredito così tanto: è solo che i disegni di questo libro sono di Joshua Held, disegnatore che mi piace particolarmente.