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Il privilegio della Luna Piena

La corsa è fatica, capita che qualche avventore da bar e di bianchino urli "ma chi te lo fa fare". 


E' tutto vero: chi ce lo fa fare di correre la sera, dopo una lunghissima giornata di lavoro, con il tempo che minaccia pioggia?

La corsa è fatica ma è anche un incredibile privilegio. 

A pochi è permesso poter correre in mezzo ai boschi mentre il sole tramonta, arrampicandosi per sconosciuti sentieri avendo la certezza di non perdersi: qualcuno è pronto a mostrarti la strada, a trovare sentieri nascosti, ad aprire cancelli solitamente chiusi. 

Bisogna guardare dove si mettono i piedi, a volte si scivola nel fango, altre volte ci si graffia tra i rovi della mulattiera. Ci si spaventa per qualche rumore che potrebbe essere un cinghiale o forse no, e poi trovare qualche ragazzino che ha organizzato un ristoro di fortuna in mezzo al bosco per 31 podisti (e 12 Fo' di Pe). 

Si suda e si fatica: ma c'è sempre qualcuno che si lamenta più di quello che sapresti fare tu e beh, ridendo si fatica di meno.

E poi ogni tanto ci si ferma, anche solo per fare una foto alla Rossera tutti insieme. 

Posso dire di aver corso in mezzo a 3 o 4 buche da golf su un tappeto d'erba che manco il mio zerbino. Posso dire di aver visto Carobbio (e mezza bergamasca) dall'alto, mentre le luci si accendono e gli aerei atterrano. Da mozzafiato il percorso che si è snodato tra boschi, vallate, colline, santelle e sentieri dai nomi più improbabili ("sèntèr dì còste" , "sèntèr de la tìda", "sèntèr del spùndù" e "sèntèr de la cùlma"). 

Che fatica, certo. 
Ma posso dire grazie per l'anguria trovata all'arrivo, e posso dire grazie al Club Pantera Rosa per la perfetta, precisissima organizzazione. 

Grazie davvero.